Thinking

Progetto: Paolo Fresu Quintet Plays Ettore Fioravanti
Etichetta: Emi-Blue Note
Anno: 2006

IL DONO:
Il compleanno! il compleanno! il compleanno! Accidenti, st'appuntamento ogni anno mi sfinisce: e che vestito mi devo mettere per la festa, e a che ora del mattino devo fare gli auguri (troppo presto = ansia, troppo tardi = menefreghismo), e se devo avvertire i parenti e gli amici dimentichini che poi magari mi rimbrottano "accidenti, perché non me l'hai ricordato?", e qui e là, e su e giu.
E poi il regalo.
Oddio, è un piacere sapere che rimarrà un pensiero concreto di questa ricorrenza, tanto più se personalizzato e originale; peraltro lungi da me l'idea di risparmiare sulla qualità, se deve rimanere deve essere di buona fattura e durevole, e pure ben acchitato, col suo bel pacchettino infiocchettato.
D'altronde, come si dice, un regalo deve piacere a chi lo fa e a chi lo riceve: dirò di più, deve anche essere facilmente riconducibile al suo latore, nel bene e nel male ("madonna, ancora la zuppiera di zia Carla!") e deve essere tarato sulla misura di chi lo riceverà. E' probabile anche che il destinatario del nostro dono ne possa trarre una qualche utilità, magari lontana un miglio da quella che noi pensavamo potesse essere ("…e se ci mettessimo dentro un po' di terriccio e ci piantassimo le fragole di Nemi?").
In ogni modo non mi va proprio di pensare che sia un atto dovuto perché, anche se sotto sotto lo è, va garantita sia la sacralità del preventivo atto virtuale ("mi sa che gli compro un foulard…") che la passione del successivo atto concreto ("mi incarta tre bottiglie di Morellino, per favore? il foulard a Natale..."). Tutt'e due richiedono impegno e attenzione, perché nel mio caso mi impallo sovente su contorti meandri mentali o davanti alle vetrine, finendo come l'asino di Buridano che muore di fame per non decidersi da quale mangiatoia addentare fieno. Ma arrivato a un certo punto uso la tecnica del feeling, e devo stare bene attento a lasciarlo andare a briglia sciolta e in tempi stretti: allora mi sento un po' come Fontana che deve tagliare la tela (alla faccia della modestia), lo faccio e basta. 
C'è infine la cerimonia della consegna, con rituale scarto e "ooohhh, che bello! ma come hai fatto a sapere che era proprio quello che cercavo?!? ". Spesso sono frasi fatte, talvolta addirittura ipocrisie, ma l'amico (quello vero) che riceve il regalo percepisce se è stato immaginato, deciso, cercato, abbigliato e presentato apposta per lui, o se è un riciclo volgare. E al momento della consegna io vivrò la trepidazione del novizio, di colui cioè che con titubante orgoglio, come fosse la prima volta con il primo amore, dona il risultato della sua volontà di donare, simbolo di amicizia e gratitudine, e anche un po' di narcisismo.
Con tutte queste fronzole per la testa mi apprestai a scrivere la musica di questo disco: essa è il regalo che faccio a questi vecchi ragazzi per i primi vent'anni della loro (nostra) casa comune.

Ettore Fioravanti

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E quattro! Con Thinking la celebrazione del Paolo Fresu Quintet da parte della Blue Note giunge alla sua quarta tappa, quella dedicata alla musica del batterista Ettore Fioravanti. Alle spalle ci sono 'Kosmopolites' (Roberto Cipelli) , 'P.a.r.t.e.' (Attilio Zanchi), 'Incantamento' (Tino Tracanna), album che hanno contribuito ad illuminare ulteriormente le molteplici sfumature e le diverse sensibilita' presenti nel dna del quintetto. Ettore Fioravanti, si sa, è l’anima 'guascona' del gruppo, sempre pronta alla battuta, allo scherzo (anche musicale), alla gag esibita sul palco, e la musica suonata in questo disco non poteva che essere uno specchio fedele della sua esuberanza compositiva. Specchio fedele ma non scontato, perche' alla fine filtrata dal quintetto, entita' dalla rigida struttura, dalla ferrea organizzazione, dalla indiscussa leadership ma dall’altrettanto indefinibile capacita' osmotica di assorbire cinque straordinarie personalità e rimandarle con un carico di emozioni e di sorprese continuo. 'Thinking' e' lavoro equilibrato che alterna con sapienza e maestria momenti di intenso lirismo a momenti di grande vivacità ritmica ed esecutiva. L’iniziale 'Montevideo' ha l’andamento sensuale e avvolgente di certe melodie sudamericane; con la successiva 'DB Thinking' le atmosfere sembrano arrivare direttamente da un film poliziesco anni ‘ 70. Poi in 'Gallantry' ci si immerge in un bagno purificatore grazie alle trame delicate e soavi intessute dal piano di Cipelli e dal contrabbasso di Zanchi. Pace dei sensi (musicali) raggiunta? Neanche a parlarne, perché 'Alonso Santafe'' e' un cha cha cha scanzonato che ti predispone al buon umore, 'Pepe' scarica energia contagiosa, con una introduzione poderosa ed elastica di Fioravanti e un bel lavoro di squadra tra fiati e sezione ritmica, mentre 'Salamandra' è una scossa di adrenalina, secca, decisa. Come nei precedenti lavori, all’autore viene concesso il jolly da giocare, attraverso la scelta di un brano non originale particolarmente caro. Fioravanti pesca la 'Danza della Fata dei confetti' da 'Lo Schiaccianoci' di Ciaijkovskij, poco più di tre minuti di grazia e sregolatezza, di rispettosa irriverenza e di divertita leggerezza che impreziosiscono ulteriormente il CD.

Vincenzo Roggero - All About Jazz

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