Un disco di soli ottoni. Non è una novità totale anche se la figurazione due trombe-trombone-tuba non trova riscontri storici, ma il tema, declinato come viene fatto in questo disco, è senza dubbio più unico che raro.
Nato quasi per gioco, questo meraviglioso quartetto riesce a coniugare in maniera magistrale il difficile connubio che propone musica seria davvero intelligente e la parte ludica e divertente del mestiere del musicista.
Il breve divertissement iniziale del disco, preso in prestito da una simpatica gag che Steven Bernstein propone durante i live act di questa formazione, è prima testimonianza di come la musica sia anche gioco e libertà creativa senza pari nel campo delle arti tout-court. Audemars Piguet Replica
Poi il gioco si dipana nei mille rivoli della cultura musicale contemporanea, passando senza timori da omaggi importanti ai Rolling Stones a al Jimi Hendrix d’annata alle gioiose pomposità di Händel o alla sacra seriosità di Palestrina, da omaggi alla tradizione del folclore sardo a evidenti omaggi alla tradizione orchestrale e delle celebrate Brass Band della storia della musica afro-americana di Duke Ellington o Lester Bowie, senza ovviamente dimenticare di affrontare temi originali corroborati da frammenti soggettivi e personali raccolti ancora una volta dalla attenta regia tecnica di Stefano Amerio, titolare di uno degli studi di registrazione più “in” del momento. Un disco importante che riesce a trasmettere l’incredibile forza di quattro strumenti principe del jazz moderno pescando nella tradizione e nell’avanguardia, nella storia e nel gioco.
Trascinante e affascinante, Brass Bang! porta con sé in più il fatto di essere un combo davvero esclusivo e – anche per questo alla fine del nome del gruppo è stato messo proditorio un punto esclamativo – certamente esplosivo. Ovvio che un lavoro del genere porti con sé il senso di una imperativa quanto logica scommessa poiché è ormai davvero raro avere oggi a che fare con incisioni in cui non esista a servizio una solida ritmica “storica” con strumenti come pianoforte, basso e batteria oppure una strumentazione magari innovativa capace di sparigliare le carte.
Brass Bang! convince invece pienamente proprio per il senso leggero che pervade il lavoro discografico ospitato dalla curata grafica dell’etichetta di Fresu, ricca questa volta della bellissima opera di Anna Godeassi “Dissonzanze oniriche e cognitive” che lo stesso Fresu omaggia poi in musica con uno dei brani più intriganti dell’intero lavoro. Per la capacità che forse soltanto un gruppo di all stars come queste può mettere in campo, di divertirsi e divertire, cogliendo – come sottolineato più sopra – il senso ludico del “giocare” musicale.
Un disco piacevole e sempre scritto nei sacri canoni dell’armonia, capace di volare alto nel cielo della creatività e che resterà a splendere a lungo siglato da Fresu, nelle note di copertina, con una splendida citazione di Frank Zappa che insegna che “Il jazz non è morto… ha solo un odore un po’ curioso”. Vic Albani